Per molti, il modello di sviluppo che ha trasformato la città per i Giochi olimpici del 1992 ha fatto il suo corso, vittima del suo stesso successo o conseguenza inevitabile della stretta commistione tra pubblico e privato che il modello comportava. Barcellona ha risposto nel modo che sa fare meglio: sperimentando, cercando nuove soluzioni, ripensando la propria identità. Dal punto di vista urbanistico, l’ultimo esperimento, che si innesta su una lunga storia di progetti ambiziosi e rivoluzionari, è l’introduzione delle supermanzanas, grandi isolati «pacificati» dalle auto, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita in una città particolarmente densa, rumorosa e trafficata. E se non sempre ne viene fuori qualcosa – il «quartiere dell’innovazione», ideato negli anni Duemila, mostra segni di prematuro invecchiamento – l’importante è continuare a provare, non solo in urbanistica: prima della reinvenzione edonistica del 1992, la fama di Barcellona era quella di città anarchica, luogo di lotta sindacale e resistenza al franchismo. Lì ha le sue radici il movimento popolare che ha portato all’elezione a sindaca di Ada Colau, un’attivista con un programma radicale che ha saputo guidare la città attraverso diverse crisi. D’altronde, pur legati come pochi alla propria lingua, alla storia e alle tradizioni catalane – sempre percepite come in pericolo dagli attacchi veri o presunti del potere centrale madrileno –, i barcellonesi sperimentano in tutti campi, dalla musica alla letteratura, dai cannabis club alle spiagge naturiste e, immancabilmente, al calcio: discendente del «calcio totale» di Johan Cruijff, il Barça continua a rinnovarsi alla ricerca del bel gioco e ha costruito una delle squadre più forti del calcio del futuro, quello femminile.
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Fotografie Marc Gómez del Moral, contenuti fotografici curati da Prospekt Photographers
Autori Pere Almeda i Samaranch, Jordi Amat, Nando Cruz, Najat El Hachmi, Laura Ferrero, Dan Hancox, Alicia Kopf, Gabi Martínez, Miqui Otero, Anna Pacheco, Enrique Vila-Matas
Collaboratori Simone Bertelegni, Sergio Caballero, Marina Espasa, Pola Oloixarac
Illustrazioni Edoardo Massa