Alfred Drago Rens. Classe 1970, italo-olandese, di formazione eclettica: da un lato la vecchia famiglia patriarcale genovese legata alle tradizioni e, dall’altro, lo spirito fiammingo portatore di curiosità e innovazione.
Accademia di Comunicazione a Milano, diploma in Graphic Design e Comunicazione integrata con Master in disegno per tessuti e illustrazione per l’infanzia. Lavora in autorevoli agenzie di pubblicità come Art Director, quindi in studi di Graphic Design di cui è anche stato fondatore e direttore creativo. Qui affina il gusto per l’immagine e la capacità di manipolarla. In parallelo al lavoro di agenzia, porta avanti per anni un costante percorso legato alle arti visive prima con la Galleria Diecidue e poi con la Galleria l’Affiche, entrambe di Milano. Oggi si dedica esclusivamente alla fotografia.
Il suo approccio alla fotografia è trasversale: la realizza, la studia, la raccoglie, la usa, la manipola, la rivitalizza e la trasforma. Il suo è un lavoro sul recupero, sulla bellezza e sulla verità.
Tridimensionalità, sottolineature colorate, ossessivo cercare, archiviare, tagliare, incollare. Il ripetitivo e rasserenante gesto. Il guardare che diventa vedere solo nello spostamento dell’occhio verso i lati oscuri o la luce nascosta, per dare profondità a quello che l’abitudine rende piatto. Il feticcio: il numero 7 nascosto nella misura dei quadrati, nella loro distanza e nel numero dei livelli.
“Con la grafica cominciò, passò attraverso cenni pittorici, quasi segni camuni, approdò alla fotografia di memoria, la arricchì con geometrie 3D, poi la tagliò, la imbrattò, la riempì di tratti anche corrotti. Infine alla grafica, alle lettere, alle scritture (ormai irrequieto per le troppe prove dionisiache?) ritornò…” (b.b.)
Certamente così sono nate le Citazioni Tinte, quasi texture, di Alfred Drago Rens.