«Le attività umane sono innumerevoli e varie. Alcune persone dirottano gli aerei, altri i fondi pubblici o la conversazione. Io preferisco, per quanto mi riguarda, dirottare l’uso corrente degli oggetti comuni. È molto meno pericoloso, più onesto, ed infinitamente più divertente. I miei oggetti, perfettamente inutilizzabili, sono esattamente il contrario di quei gadget di cui la nostra società consumistica è ghiotta. Se qualcuno me lo domandasse, io li qualificherei come: grotteschi, poetici, spassosi, assurdi, filosofici, astuti, puerili, profondi, ironici. Osservandoli lo spettatore sarà allora pregato, secondo il suo umore, il suo gusto e la sua cultura, di cancellare la qualifica di inutili!» Da Gli oggetti introvabili di Carelman, Paolo Abrami
Gli oggetti disegnati, e successivamente realizzati in forma tridimensionale, da Jacques Carelman (1929-2012), illustratore, pittore e designer francese, membro del Collège de ‘Pataphysique e dell’Oulipo (Ouvroir de Littérature Potentielle – Opificio di Letteratura Potenziale), non sono impossibili, cioè non fattibili, bensì semplicemente introvabili, il che significa che sono oggetti di non facile reperibilità, ma pur sempre plausibili.
A loro modo sono oggetti che, come le “macchine inutili” di Bruno Munari o quelle in apparenza assurde inventate da Gaston de Pawlowski, rispondono a una logica stringente. Prendiamo ad esempio il fucile da caccia per canguri. Poiché queste bestiole, macropodidi dell’ordine dei marsupiali, si muovono, com’è noto, saltellando di continuo, è naturale che la canna del fucile abbia una forma ondulata: ne risulterà un colpo ben più preciso, e adeguato allo scopo, di un normale fucile a canna dritta. Oppure consideriamo la poltrona-termosifone, mobile utilissimo per persone (come me) particolarmente freddolose: seduta, braccioli e spalliera sono dei veri e propri termosifoni che senza alcuna difficoltà possono essere allacciati a qualsiasi impianto di riscaldamento e diffondere comodamente calore sul corpo della persona che si riposa sopra.
L’oggetto più rappresentativo, e rappresentato, dell’attività ri-creativa di Carelman è sicuramente la caffettiera del masochista, una caffettiera che ha il manico e il beccuccio sistemati sullo stesso lato, l’uno sopra l’altro. La caffettiera del masochista, di un rosso fiammante, ha fatto da copertina e ha dato il nome al fortunato libro di Donald A. Norman sul design degli oggetti quotidiani, a riprova di quanto i progettisti di professione abbiano in alta considerazione la potenzialità dell’oggettistica carelmaniana.
Jacques Carelman è autore anche di un Catalogo di francobolli introvabili (1972), una raccolta di francobolli rari che, come scrive lo stesso Carelman nell’introduzione, nemmeno la regina d’Inghilterra, autorevole e accanita filatelista, ha mai posseduto. Sono francobolli che evocano o glorificano fatti derisori, personaggi marginali o scandalosi, avvenimenti poco gloriosi o decisamente vergognosi e inqualificabili (nel 1981 su un quotidiano Italo Calvino recensì un libro simile a quello dei francobolli introvabili di Carelman, ovvero il Catalogo del Mondo di Donald Evans, un artista statunitense anche lui collezionista di francobolli finti di stati immaginari). La cosa bella è che ormai gli oggetti introvabili di Carelman, come pure i suoi francobolli introvabili, sono diventati nel tempo veri “oggetti di culto” per gli amanti del bizzarro e del fantastico.
Pagine 112
Dimensioni 21 x 29.7 cm
Copertina brossura
Interno bianco e nero
Rilegatura filo di refe