Segno dopo segno, disegno, la matita scorre sul foglio di carta, la mano insegue un pensiero che non vuole esprimersi a parole ma con linee, tratti, segni, ora lenti ora veloci che si sviluppano sulla superficie dando visibilità a forme e figure apparse nella mente.
Talvolta penso che, con molta concentrazione, basterebbe appoggiare la testa su un foglio per veder apparire istantaneamente il disegno, come fosse una fotocopia. Altre volte non è un pensiero che reclama visibilità, ma sono forme e oggetti naturali o artificiali che chiedono ancora di essere imitate, rappresentate; sguardo, mano, matita si muovono all’unisono, e il disegno nasce come atto conoscitivo: impossibile dimenticare qualcosa che si è disegnato. Disegnare è una modalità del pensiero.
Il disegno è il linguaggio con cui un artista comunica i valori essenziali di alcuni aspetti del suo mondo visivo.
Fogli si riempiono di schizzi veloci o disegni complessi, la carta rimane la superficie privilegiata su cui disegnare anche in quest’era digitale, e le tecniche principali sono rimaste invariate attraverso i secoli.
Il disegno è nato con l’uomo, esiste nella mano e nella mente ancora prima della scrittura e forse del linguaggio, i graffiti preistorici o i disegni delle grotte di Altamira e Lascaux sono fatti da disegnatori esperti e sono già perfetti.
Amo fantasticare che esistano meravigliosi disegni di progetto per tutta la Creazione.
I fogli si riempiono di schizzi veloci o disegni complessi, la carta rimane la superficie privilegiata su cui disegnare anche in quest’era digitale, e le tecniche principali sono rimaste invariate attraverso i secoli.
Il disegno è nato con l’uomo, esiste nella mano e nella mente ancora prima della scrittura e forse del linguaggio, i graffiti preistorici o i disegni delle grotte di Altamira e Lascaux sono fatti da disegnatori esperti e sono già perfetti.
Amo fantasticare che esistano meravigliosi disegni di progetto per tutta la Creazione.
Il disegno permette una grande libertà di sperimentazione di supporti e conserva sempre una dimensione di felice immediatezza, penso ad cartoni e alle sinopie rispetto all’affresco finito; all’emozione di
Disegno come “IDEA” platonica? Perché no? È una delle molte definizioni del disegno che si trovano negli scritti d’arte di ogni tempo e potrebbe essere valida ancora oggi se non fosse quasi impossibile definire cosa sia l’arte e quindi anche circoscrivere cosa sia il disegno.
Rimane la possibilità di mostrare una scelta di lavori che per affinità elettiva rispetto al proprio vedere, sentire e pensare, mostrino cosa si intenda oggi per DISEGNO.
Clara Brasca
Clara Brasca è nata a Milano dove vive e lavora. Si è diplomata al Liceo Artistico di Brera e si è laureata in Architettura al Politecnico di Milano. Durante gli anni di università ha lavorato presso studi di architettura ed ha collaborato con riviste e case editrici come illustratrice, per poi dedicarsi completamente alla pittura. Dipinge a olio, concentrando la propria ricerca sulla figura, con taglio concettuale, un viaggio artistico nel quale la contemporaneità è considerata come simultanea al passato e la storia come un eterno presente, da elaborare e da cui attingere.
I suoi lavori sono stati esposti in numerose gallerie in Italia e all’estero.